lunedì 5 maggio 2008

E' il momento di andar per mare!!!

Se per noi marinaji l'andare per mare non fosse una vera passione, dividere spazi fisici ridotti con sconosciuti potrebbe diventare un problema. A chi non è capitato di sentire un certo imbarazzo nel dividere il tavolo di una trattoria o del ristorante del treno con altre persone?
Eppure in barca l'imbarazzo c'è raramente. La barca è un luogo dove le barriere tra individui cadono. Non a caso abordo ci si da del tu (tranne al Cpt.) con persone mai viste e viene spontaneo collaborare in tutto, sia nelle manovre sia nei compiti più difficli.


NAVIGARE DI NOTTE

Sono diverse le condizioni quando si naviga giorno e notte. lo scalo di arrivo è piuttosto distante quindi la vita di bordo va organizzata 24 ore su 24.

La vita cittadina ci ha abituati a dormire la notte e di giorno svolgere altre attività. In barca ci si deve abituare a superare l'abitudine del nostro corpo a considerare la notte dedicata al riposo.
La barca naviga ininterrottamente quindi non c'è sosta in tutto ciò che è necessario per la sua conduzione: turni di guardia e di timone, carteggio, etc..

Tutto questo prima o poi fa assaporare il fascino del viaggio d'alto mare.


LA NAVIGAZIONE COSTIERA
Non avrà il fascino0 del mare aperto, ma la navigazione costiera è di gran lunga la più praticata dai velisti, se non altro per motivi di opportunità e comodità.

La bellezza del paesaggio costiero che abbiamo la fortuna di avere nel nostro mare e delle isole, con lunghi tratti di litorale raggiungibili solo via mare, meritano di essere ammirati il più vicino possibile.

Ma non per questo si deve pensare che la navigazione lungo costa rispetto a quella d'altura si da considerarsi "minore", più facile, ovvero alla portata di tutti.
Anzi, è proprio quella che spesso mette a dura prova le abilità e le conoscenze del Capitano, per il quale si sa che il principale nemico è la terraferma.

Non a caso questo tipo di navigazione è il vero battesimo del Marinajo , il momento in cui ci si affranca dalla riva per intraprendere un percorso dov'è necessario mettere a frutto le nozioni apprese su libri e manuali e soprattutto in tante esercitazioni praticate a bordo.

E così non appena il profilo della riva scorre quasi uniforme osservato da lontano, ecco che occore iniziare a valutare la distanza percorsa, sapere leggere le indicazioni dei portolani, seguire e annotare la rotta sulla carta, tenere conto delle correnti, interpretare i segni premonitori del meteo, eseguire il punto nave e naturalmente mantenere la barca sotto controllo e le sue regolazioni. Insomma Navigare!

Certo che gli attuali strumenti di navigazione come Gps e Chartplotter "rischia" di rendere tutto molto semplice. Ma pensare, per esempio, pigiare un solo bottone per conoscere il punto nave è UNA FALSA SICUREZZA CHE PRODUCE CATTIVI MARINAJI.
E il rischio di trovarsi perduti alla prima avaria.

Ben vengano a bordo le strumentazioni, ma senza sbarcare l'Arte del Navigare!



IN RADA
Nella sosta all'ancora in una rada lontana da cetri abitati si vive a bordo quasi come si fosse in navigazione.
Qualcuno si ingegna a pescare per alimentare l'equipaggio, qualcun altro sfrutta il tempo libero per leggere o ascoltare musica.

La barca bena stabile grazie alla sua ancora rende i compiti dell'equipaggio ridotti al minimo, ma vcertamente tutti sanno che la situazione può cambiare all'improvviso e che può essere necessario lasciare l'ormeggio e andarsene, a causa del peggioramento del tempo.
per questo la regola nella permanenza in rada quella di non allontanarsi molto dalla barca per poter essere richiamati a bordo. Per questo chi si allontana dovrà SEMPRE portare con se almeno uno tra: telefonino, VHF portatile o altri apparecchi radiofonici per la comunicazione.


MALA TEMPORA
Un pò di vento forte e mare mosso nel corso di una vacanza di alcuni giorni si deve mettere in conto.


Col peggiorare delle condizioni metereologiche le regole a bordo diventano più rigide.
L'uso dei giubbotti salvagente non va visto male, ma come una necessità. Lo stesso per le cinture di sicurezza sempre collegate con la Life-Line quando andiamo a fare interventi a prua o al piede d'albero.

Sottocoperta la vita peggiora decisamente e ogni operazione diventa difficile, anche le più semplici come vestirsi o cucinare.

Gli oblò saranno TUTTI serrati, gli oggetti ben rizzati e i pesi a bordo ben disposti.

L'aria nella cabine diventerà viziata e occorrerà adattarsi e rispettare rigidamente gli ordini del Capitano.

Malgrado tutta la volontà il nostro corpo si sentirà sempre peggio (e non aiuta aver bevuto caffè e alcolici o fumare): ecco il mal di mare!
Se questo può consolare di mal di mare non è mai morto nessuno, ma del sopraggiungere dei sintomi di malessere dovrà essere tempesetivamente informato il Capitano per limtarne i compiti a bordo, magari fargli fare al massimo dei turni di timone, sempre che non sia in uno stato di apatia tale da essere comunque rischioso.

Così come arriva il mal di mare se ne va, e il maltempo con lui. Specie nella bella stagione il repentino peggioramente è seguito da un altrettanto rapido rasserenamento che permetterà di riprendere una serena navigazione sorseggiando RUM ai piedi di un tramonto dai mille colori.


Buon Vento!
Cpt. Scammello

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